Un concerto alla tv, i fari colorati sul pubblico… Un rock italiano le cui parole ti sono familiari, e ti ritrovi ad annusare l’aria di quella volta in cui la tua amica rideva come una matta, mentre insieme in auto cantavate proprio questa canzone, stonando senza pudore pur di usare tutta la voce di cui entrambe eravate in possesso.
Canto dell’amore, inno alla vita e a quella gioventù che già cominciava ad allontanarsi, seppur ancora molto lentamente.
Guidare piaceva a entrambe; l’auto era necessaria quando l’entusiasmo ci prendeva la mano e dovevamo assolutamente portarlo per strada con noi, magari verso il mare, lo stereo ad altissimo volume da sfidare con i nostri cori.
Ma era altrettanto necessaria quando le giornate andavano storte e la musica doveva rappresentarle, accentuare la malinconia, trovare le parole giuste per raccontare di noi a tutto ciò che scorreva fuori dal finestrino. Gli occhi lucidi e gli sguardi complici, nessun segreto seppur nell’assenza di parole. C’erano le canzoni, non avevamo bisogno di spiegar nulla l’una all’altra.
Tante stagioni, da allora.
Neppure la stessa auto, abbiamo più. Né gli stessi luoghi, abitiamo.
Eppure, ad ascoltare queste vecchie canzoni in tv, che ancora mi fanno canticchiare qui sul divano anche se in tua assenza, risento la tua risata che spesso cominciava in sordina, in attesa di un complice. E se io non mi facevo pregare per affiancarla, esplodeva in tutta la sua allegria vibrante di lacrime. Sì, questo lo ricordo bene: quanto più apparivi allegra, più io coglievo quell’alone nostalgico che ti portavi dietro e che rendeva i tuoi occhi più belli.
Tante cose, avevo compreso della tua essenza. Cose che altri non hanno mai colto perché ti hanno guardata in superficie. Cose che mi hanno sempre raccontato di quanto, ogni tuo presente sia sempre stato velato dal passato. Una nebbiolina costante, ad avvolgere il paesaggio in cui ti muovevi facendo del tuo meglio… la stessa nebbiolina che, ancora oggi, vela anche qualunque tua idea di futuro, divenendo parte di te senza la quale le tue risate avrebbero qualcosa in meno.
Son passati quasi due mesi da questo tuo articolo, è iniziato un nuovo anno, ma non mi sono scordata di te, delle tue parole, hai ragione i miei occhi sono sempre velati di malinconia.Vorrei tanto per una volta fare un salto indietro nel tempo, per rivivere quelle serate di pioggia che comunque non ci fermabano. Eravamo l’una per l’altra quella sorella che non abbiamo avuto, eravamo telepatiche, direi che lo siamo anche adesso. Quante canzoni ci hanno accompagnate nel nostro girovagare, quanti ricordi. Nel bene e nel male ci siamo sempre state vicine, anche quando la vita ci ha messo dinanzi a muri invallicabili. Abbiamo attraversato tempeste che ci hanno lasciato delle cicatrici, ma che non ci hanno annientato. Abbiamo riso con la morte nel cuore, abbiamo pianto lacrime di gioia. Ed quando ancora risento quelle canzoni, sul mio viso aleggia un sorriso, per quelle ragazze/sorelle che la vita ha diviso materialmente, ma che non potrà mai separare nel cuore. Ti voglio bene sorellina.