Susanna Trossero

scrittrice

Il potere disturbante di un libro

on 9 Gennaio 2023

Qual è il primo libro da leggere che avete scelto per il nuovo anno?

Io sono incappata in una scrittrice che non conoscevo, Sara Rattaro, e nel suo “Un uso qualunque di te”, pubblicazione del 2014 di Giunti Editore. Questo libro è stato “abbandonato” insieme ad altri otto poco prima di Natale, ed io prontamente li ho salvati tutti, impossibile evitarlo e pian piano li leggerò.

Non so perché l’ho scelto per primo fra questo gruppetto di trovatelli, ma so perché l’ho letto tutto d’un fiato: possiede buona parte di ciò che io cerco in un romanzo e che mi coinvolge e per questo ringrazio chi ha deciso di non avere più posto per lui!

Non vi racconterò la trama, ma voglio dirvi che al di là del ritmo crescente e della grande abilità dell’autrice nel mantenerlo costruendo una storia che funziona dalla prima pagina all’ultima, trovo che sia un libro interessante per via del suo potere disturbante.

Parliamoci chiaro: in genere desideriamo parteggiare per i protagonisti delle nostre letture, ci immedesimiamo nelle loro storie e proviamo le loro gioie e dolori, li proteggiamo, e riga dopo riga li portiamo a vivere con noi almeno fino a che seguiamo le loro vicissitudini. Ebbene, in questo caso, l’inquieta madre e moglie Viola, non ci piace. Il suo modo di pensare e agire ci irrita ma proprio la sua personalità è ciò che inevitabilmente ci lega a questo romanzo. Grazie o a causa sua, non possiamo più lasciarlo e proseguiamo con qualcosa che si annida nello stomaco e che ci dice che la scrittrice, Sara Rattaro, ha vinto.

La dipendenza altera i comportamenti. Una semplice abitudine si trasforma in una ricerca esasperata. La ricerca di quello che ti dà piacere. Ma a un certo punto qualcosa cambia e la rotta s’inverte. Smette di farti bene e inizia a farti male. Ogni giorno di più perché, purtroppo, per quanto ci stia lentamente uccidendo rinunciarci è peggio. L’amore è una dipendenza.”

Ma vince anche Viola, vincono i suoi peccati e le sue debolezze, vince la sua essenza che suscita giudizi e sguardi malevoli. Vince perché viva e vibrante, così come dovrebbe essere sempre il personaggio di un romanzo, nel bene e nel male.

Da un dolore spesso si guarisce in fretta, e da una sofferenza?” Bella domanda, cara Viola. Non ti dimenticherò.


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