Susanna Trossero

scrittrice

Pennellate di emozioni

on 26 Giugno 2013

Il castello dei PireneiCostretta a casa da un passeggero inconveniente che tuttavia avrà la sua durata, passo le giornate a curiosare nella mia stessa libreria con la scusa di spolverarne ogni volume: vi sono punti in cui nel quotidiano faccio frequenti incursioni: consultazioni, piaceri, nuove letture, dubbi su citazioni e così via. Ma vi sono altri piani collocati su in alto, meno frequentati e pertanto custodi di gradite sorprese: un volume dimenticato, qualcosa di non ancora letto, romanzi di una vita fa con dediche di buon compleanno, raccolte di poesie in cui scoprire frasi sottolineate e domandarsene la ragione rispolverando un ricordo. E poi reportage di viaggio la cui suggestione è stata così grande da indurmi a partire, saggi sugli assassini seriali (che invece non mi hanno influenzata!!!), affascinanti biografie di pittori… Dodici metri quadri di libri, l’aria condizionata, la vita fuori dalla finestra, il freezer pieno di gelati, ed io.

Oggi ho curiosato proprio nel mondo della pittura, scoprendo un paradosso: Magritte non amava dipingere! Si dice che la sua pittura, proprio per via di questo non amore, non abbia evoluzione di stile e rappresenti più che altro un mezzo  – un pretesto – per esprimere le sue idee senza censure. Cosa voleva realmente raccontare nei suoi dipinti, al di là di ciò che gli esperti dichiarano, forse non lo sapremo mai fino in fondo. Vero è che non ci rende le cose facili, con lui gli oggetti perdono la loro normale funzione quotidiana divenendo dell’altro: una mela al posto di una testa, un tavolo da biliardo associato ad una bicicletta… Lo si definisce un artista che non entra mai nelle case da una porta bensì dalla finestra, se non addirittura dai muri.

Mi piace molto il suo Golconde (1953); tutti quegli omini e le loro piccole ombre mi danno la sensazione angosciante di un sogno dal quale non riesci ad uscire. E mi attrae Gli Amanti (1928), che raffigura il profilo dei visi di una coppia, coperto da un panno bianco. Nel 1912, il pittore perdette sua madre, che si suicidò gettandosi in un fiume di notte. Quando il corpo della povera donna fu rinvenuto, la bianca camicia da notte era sollevata e le ricopriva completamente il volto.

Gli amanti… Magritte sosteneva che la grande forza difensiva nella vita è data dall’amore, quell’amore che dà agli amanti un mondo incantato, magico, dove vivere un’esistenza più degna, che solo l’isolamento può proteggere.

Possiedo in casa mia una copia de Il castello dei Pirenei, dipinto nel 1961, anno della mia nascita. L’ho scelto perché nasce con me e mi fa pensare ad un luogo tutto mio, che non sta né in cielo né in terra, ma che mi appartiene così come ci appartiene un rifugio da raggiungere ogni volta che si cerca quell’isolamento di cui parla.

Non mi intendo d’arte, Amici miei, ma mi intendo di sensazioni e il provarne attraverso l’arte è ciò che più importa, perché il talento degli altri divenga parte di noi inducendoci a pensare di più.

 


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