Susanna Trossero

scrittrice

Si può usare l’arte del riciclo con i sentimenti?

on 17 Ottobre 2024

Riciclare: riutilizzare materiali di scarto, rimettere in uso qualcosa di vecchio, reimpiegare, ripresentare sotto una veste nuova, un nuovo aspetto, una nuova forma. Il significato è più o meno questo ed è interessante l’applicazione del riciclare su qualunque cosa che altrimenti si butterebbe via o avrebbe concluso la sua ragione d’esistere.

Giorni fa qualcuno mi ha scritto che sta riciclando un amore che altrimenti avrebbe esaurito la sua forza. Si può applicare l’azione del riciclare anche su persone e sentimenti?

Da qualche parte ho letto che ci sono due modi per vivere a lungo in coppia, uno è continuare a crescere e ad evolversi accettando il cambiamento a cui ogni essere umano è inevitabilmente sottoposto e magari restandone incuriositi. L’altro è fatto di stallo, di paura del cambiamento, di desiderio che niente si modifichi e di uso costante del noto che rassicura. La pila si sta scaricando? Si tenta il riciclo rischiando che il sentimento si atrofizzi pur di non cercare nuove energie nella coppia stessa, salvo scoprire che non erano infinite.

Chi mi ha scritto si rifaceva a un testimone del mio “Il male d’amore”, Graphe.it, il quale sosteneva che si resta perché qualcuno ci diventa di conforto come un vecchio pigiama sformato che mai butteremmo via e senza il quale non ci sentiremmo davvero al caldo.

Ogni volta che mi scrivete dopo aver letto il mio saggio, ne confermate il sottotitolo, “non si è mai pronti insieme a ricominciare da soli”, ed io ancora cerco qualcuno che invece mi e ci faccia ricredere dimostrando che questa frase non è applicabile alla sua storia… A proposito del “recuperare” infatti, vorrei regalarvi il punto di vista di François de La Rochefoucauld nel quale in molti ci riconosciamo: “È impossibile amare una seconda volta ciò che non si ama veramente più.”

Tornando invece alla materia, agli oggetti, è stata inaugurata domenica 13 ottobre una bellissima mostra di arte contemporanea al Palazzo Valentini di Roma. L’artista è la cagliaritana Tinamaria Marongiu, che ha esposto le sue opere composte prevalentemente di sculture, opere nate dall’utilizzo di materiali già esistenti che se assemblati con originalità e creatività divengono portatori di nuove storie e messaggi sociali. Ho trovato le sue sculture d’arte compatta incantevoli, e sono lieta che siano state apprezzate nel mondo perché meritano davvero tanto. Vi invito a visitare la mostra e magari a far due chiacchiere con l’artista, molto gentile e disponibile.

Riciclare dando vita a qualcosa di bello, in grado di emozionare e di coinvolgere: questa è magia. Ma… davvero si può farlo anche con i legami?



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