Susanna Trossero

scrittrice

Siete stoici o epicurei?

on 2 Gennaio 2018

Susanna Trossero

Iniziare l’anno riflettendo sul senso delle cose parrebbe cosa ardua e dal risultato amaro, se non fosse che tali riflessioni non scaturiscono da ingombranti bilanci, bensì da una lettura di vecchia data: Luciano De Crescenzo, Storia della filosofia greca, da Socrate in poi.

Ho pensato di cominciare il 2018 condividendo con voi che mi leggete, alcuni passaggi di questo libro che mi è sempre piaciuto grazie allo stile leggero e bizzarro dell’autore; un modo insolito forse, ma perché non curiosare anche tra le pagine che non capita spesso di sfogliare ai non appassionati della materia…

In particolare, oggi mi ha colpito il capitolo sugli stoici e gli epicurei.

Chi sono gli stoici oggi? Quanti ne conosciamo o quanti di noi lo sono?

“Lo stoico è un individuo che crede fermamente nella sua missione morale: deve compierla. Egli ha sempre bisogno di un Grande Progetto che dia senso alla sua vita. Nel timore però, che questo Progetto si possa realizzare sul serio, lo stoico in genere se lo sceglie difficilissimo, possibilmente irrealizzabile, e comunque non alla portata di un normale individuo. L’importante è poter soffrire in nome di qualcosa che abbia un significato morale”.

L’autore prosegue spiegando che lo stoico vuole o tutto o niente; lo è per esempio chi cerca il grande amore ma lo vuole integro, esemplare, che non conosca difetti ma solo virtù, affannandosi verso una perfezione che egli stesso non potrà offrire all’altro, poiché non esiste (per fortuna, aggiungo io) un individuo perfetto! Ma lui non scende a compromessi, non accetta vie di mezzo. Dunque soffre, sta solo e vive da vittima.

E ancora, ci fa notare l’autore, stoici sono i cristiani, e precisa però “quelli veri”. Aspirando al paradiso si mortificano con rinunce e scelte (o non scelte), nella convinzione di raggiungere la giusta elevazione dello spirito. Fra i loro slogan preferiti, “Siamo nati per soffrire” oppure “Gli ultimi saranno i primi”.

Chi è invece, l’epicureo?

“L’epicureo è di tutt’altra pasta: cosciente della precarietà della vita, si fissa piccoli traguardi da raggiungere a breve termine”.

Cerca mutamenti graduali dunque, migliorando la propria posizione passo dopo passo, senza ansie ma con volontà. Il termine epicureo, pare essere oggetto di fraintendimenti; una versione di alcuni anni fa del vocabolario Zingarelli, traduce il termine con “uomo agiato e dedito ai piaceri”, ma se si legge con attenzione il pensiero di Epicuro attraverso parole da lui pronunciate, il senso appare tutt’altro:

“Il mio corpo trabocca di dolcezza quando vivo a pane e acqua, e sputo sui piaceri della vita sontuosa, non per loro medesimi sia chiaro, ma per gli incomodi che essi comportano”.

Tra le distinzioni delle due correnti di pensiero, appare chiaro nel testo di cui parlo che gli epicurei sono individui più sereni, in pace con il mondo, poco problematici ma non per questo privi di progetti o di mete da raggiungere, anzi!

Al contrario, gli stoici appaiono problematici, malinconici, mutilati ma sempre pronti a mettere il massimo impegno in tutto ciò che fanno.

Dice De Crescenzo: “Pirelli, per diventare Pirelli, di certo sarà stato uno stoico; un epicureo al suo posto si sarebbe accontentato di fare il gommista!”

Si sorride, con questo libro, ma non solo. Ne proseguirò la lettura molto volentieri e vi aggiornerò, ma nel frattempo, ditemi: vi sentite più stoici o epicurei?
Buon anno, che il 2018 vi sia lieve e gentile.


5 Responses to “Siete stoici o epicurei?”

  1. Damiano ha detto:

    Epicureo. Senza dubbio.
    Oggi vedo gente che se non riesce a farsi coinvolgere in qualche salvataggio di “tutto” il mondo manco si alza dal divano.
    Si è perso il senso del passo dopo passo e del piacere di lasciare un segno per quelli che verranno dopo di noi.
    Essere stoico dovrebbe essere vietato per legge.

  2. Patrizia Ometto ha detto:

    Ecco appunto, dopo aver letto il commento di Damiano mi pare ovvio che io sono stoica, anzi stoicissima e soffro moltissimo!!!

  3. Ilaria ha detto:

    Mmmh difficile da dire, io credo di essere nata e cresciuta stoica, purtroppo.. ho sempre avuto l’ansia ed il peso di obiettivi irraggiungibili che mi prefissavo così, tra un sogno e l’altro.
    Ma da un anno a questa parte posso dire di aver sperimentato la bellezza nel raggiungere piccoli obiettivi, e quanto sia importante per l’anima raggiungere traguardi seppur minimi, piuttosto che lottare per qualcosa di così lontano ed impossibile.
    Quindi non so se cambiare prospettiva cambia anche il nostro ‘allineamento’ ma, osservare le cose con gli occhi di un epicureo credo sia sicuramente uno dei segreti per vivere in modo diverso, la vita. 🙂

  4. Marina ha detto:

    Nella definizione di De Crescenzo lo stoico ne esce malconcio.non mi pare fosse proprio così. Un’occasione per approfondire.
    Mi definisco senz’altro un’epicurea anche se la mia anima stoica soffre per la mancata realizzazione di progetti più grandi.
    Detto in un altro modo : vorrei scrivere un saggio di 800 pagine ma fuori c’è il sole:compilo la lista della spesa al mare.

  5. fernando de nuccio ha detto:

    È bello vedere quanto riflettano le donne…
    Questo libro l’ho letto.. Ieri un po’ riletto per la parte di Seneca e dintorni..
    Io, come dice un colonnelli dei carabinieri conosciuto da pochi mesi, essendo pesci.. Ascend pesci…
    Sono fottuto.
    quindi sono stoico.. Quando sono in treno.. E epicureo.. Quando turno a casa..
    La mattina.. Sono..
    Etc etc.
    Oggi c’è necessità di vivere alla giornata. Ma porsi piccoli obiettivi senza dimenticare, così per caso, uno due grandi…
    Insomma costruiamo la nostra piccola cattedrale.. Che è la nostra vita..
    Credo che l epicureo possa fare più facilmente un viaggio dentro se stesso…
    Ma non sempre.
    Come dice Siddharta..
    Di ogni verità..
    Anche il suo contrario…

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