Estate,
tempo di innamoramenti, complice la leggerezza di un clima
vacanziero, la predisposizione a staccare la spina, la voglia di
scosse. Lo raccontano le storie degli amici, i sondaggi, le riviste,
i film, la letteratura…
Ecco,
la letteratura.
Fin
troppo spesso, lo abbiamo visto, per dar via alla chimica tra due
persone pare necessaria la presenza della bellezza, della perfezione.
Fisico statuario, visi armoniosi nei loro singoli elementi; il
personaggio, colui o colei che rivoluzioneranno la vita dell’altro,
devono essere rigorosamente bellissimi.
Banale,
non trovate? E fin troppo facile.
Ma
davvero, il fascino è prerogativa dei belli?
Avete
presente l’aspetto ripugnante del protagonista di The Elephant
Man di David Lynch?
Eppure,
tra quest’uomo deforme e una famosa attrice che va a trovarlo
perchè ha sentito parlare di lui, vi è uno scambio di battute che
insinua nell’aria una forte tensione, un’attrazione, una vibrazione
che prescinde dall’aspetto. Tanto che l’attrice non si sottrae: è
lei la più colpita.
Ad
un certo punto dell’incontro, la donna gli fa omaggio di un libro che
narra la storia di Romeo e Giulietta. Leggete questi passaggi:
Lei:
“…Ah, dimenticavo! Le ho portato una cosa!” e gli porge il
dono.
Lui:
“Ohhh! Grazie…”
“Lo
conosce?”
“No…
Ma lo leggerò volentieri! Oh, Romeo e Giulietta, sì, ne ho sentito
parlare. – Lo apre e comincia a leggere un passaggio – …”Che
la mia mano profanasse la santità della vostra, in sé un dolce
peccato, le mie labbra, come due pellegrini rossi di vergogna,
sarebbero qui pronti ad attenuare con un bacio la ruvidezza di questo
contatto”…
Lei:
“Buon pellegrino, per dimostrare la tua
devozione fai troppo torto alla tua cortese mano. Le mani dei
pellegrini possono toccare le mani delle sante. Palmo contro il
palmo, il bacio del fedele.”
Lui,
a questo punto il tono si fa suadente: …”Ma
allora cara santa, lascia che anche le labbra facciano quello che
fanno le mani, affinché la mia fine non si muti in disperazione”.
Lei,
quasi promettente: “Le sante non si
muovono, anche se esaudiscono quelli che le pregano.”
E
lui, Iohn Merrick, proseguendo la lettura: “Allora
non ti muovere… Allora non ti muovere mentre mi esaudisci. Dalle
tue stesse labbra io sono assolto dal peccato delle mie…
Poi… Miss Kendal, poi qui c’è scritto che si baciano…”
Lei:
“Resterà sulle mie labbra il peccato di
cui sei assolto”.
John:
“Oh, com’è dolce…
Imparare a ciò… Rendimi il mio peccato”.
A
questo punto l’attrice lo bacia morbidamente sulla guancia e poi dice
con tono galante: “Oh, signor Merrick! Lei non è affatto un Uomo
Elefante!”
“…No?”
“No.
Lei è Romeo”.
E
Merrick, emozionato, versa una lacrima.
Sentite
che dialogo?
Inoltre, avendo provato empatia con l’uomo perché coinvolti dal suo disagio e dalle sue vicissitudini, noi da quel dialogo ci facciamo trasportare accrescendo ancor di più la sensazione forte, l’attrazione nell’aria. E ci emozioniamo con lui e con lei. Non ci importa più dell’aspetto, della deformità, siamo avvinti: ci sono due persone, la malia.
Le
atmosfere, gli sguardi, i toni, l’uso che facciamo di tutto ciò e
delle parole pronunciate, di quelle non dette: questo è fascino.
In
letteratura e… nella vita!