Susanna Trossero

scrittrice

La Gazzetta del Sulcis-Iglesiente parla de L’angelo della porta accanto

Per Sandro Ghiani e Susanna Trossero il tour nel Sulcis Iglesiente è stato un duplice ritorno alle origini: entrambi originari di Carbonia, lui attore e lei scrittrice di professione, hanno voluto presentare il loro libro proprio in quelle città della provincia in cui affondano le loro radici familiari e culturali. Pur vivendo a Roma, questo angolo di Sardegna rappresenta per loro il cantuccio ideale dove rifugiarsi e incontrare amici e familiari e in questa occasione scenario ottimale per pubblicizzare L’angelo della porta accanto, fatica letteraria a quattro mani che fornisce numerosi spunti di riflessione a grandi e piccini. A Sant’Antioco, nella sala Sufeti, i due autori hanno presentato l’opera il 23 ottobre all’insegna del brio e dell’estrosità.

La serata, organizzata dalle associazioni Le Città Invisibili e Suergiu uniti nella cultura, è stata moderata da Giovanni Fiabane e oltre alle domande di rito rivolte ai due ospiti, è stata impreziosita da alcuni stralci dell’opera letti da Marcello Murru e accompagnati dalle note di Alessandro Spissu. Il libro è una raccolta di quattro racconti brevi, di quattro storie d’amore puro come puri sono i personaggi che vi si incontrano: il riferimento alle origini non è palesato ma spiegato da Sandro Ghiani quando afferma che le storie sono, dal punto di vista del contenuto e dell’ispirazione, il frutto della tradizione orale di sua nonna. Una serie di storie che il Ghiani bambino ha incamerato e che ora rifioriscono nella sua anima per poi essere fermati effettivamente dalle pagine del libro fifty-fifty con la preziosa collega. La convinzione dell’attore, che tante volte abbiamo apprezzato in Spaghetti House con Nino Manfredi tanto per citarne uno, sta in quella vena artistica che viene costantemente alimentata dalla presenza spirituale della nonna.

Abbiamo vissuto in un mondo fantastico per molti mesi – afferma la coautrice Susanna Trossero – Sandro è una fonte di idee e di progetti e mi ha fatto ricredere sulla stesura a quattro mani; ero molto scettica – prosegue la Trossero – ma alla fine abbiamo realizzato un libro che io considero indulgente”.

In effetti i personaggi attraversano momenti molto difficili e bui della loro vita ma si presenta sempre una seconda possibilità: è forte il messaggio di speranza che in esso è contenuto. Il filo conduttore è un trio di valori che già impregnavano le antiche storie raccontate dalla nonna; ora sentimenti come altruismo, amicizia e uguaglianza pervadono le azioni dei personaggi, li guidano nelle scelte, talvolta drammatiche, e nel contempo di adattano alla modernità della nostra società con tutte le sue sfumature. Il tema dell’incontro e dell’amicizia inaspettata che nascono nell’estremo momento del bisogno quando pensiamo di avere perso tutte le risorse morali e materiali, il forte senso di uguaglianza che abbatte le barriere sociali e culturali tra popoli ed etnie differenti: tutti i racconti li propongono e allo stesso tempo offrono agli adulti e ai bambini momenti di tenera riflessione. Interessante e profonda la prefazione dell’amico attore Massimo Dapporto e altrettanto affascinante la forte intenzione di trasformare queste storie in un prodotto televisivo o cinematografico.

Elvira Usai
Gazzetta del Sulcis Iglesiente
12 novembre 2009

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Gli angeli custodi esistono

Una mia amica, Loriana, mi ha inviato queste riflessioni sul mio libro L’angelo della porta accanto. Grazie!

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Gli angeli custodi esistono! Sono forze positive che ci avvolgono con la loro energia e ci proteggono notte e giorno.

I quattro racconti di Susanna e Sandro, contenuti nel bel L’Angelo della porta accanto, hanno il sapore della speranza.

Il primo dei quattro, Un cuore grande così, ha risvegliato il mio Angelo, una stella di 46 anni che dodici anni fa mi ha donato un rene.

Ho condotto una vita normale grazie a lei e soprattutto ho finito con la dialisi.

È stato commovente leggere un libro e rivivere i drammi di allora.

Elena è una bimba cardiopatica che potrà sopravvivere solo grazie ad un cuore artificiale o a un trapianto. È troppo piccola perché le si possa spiegare ciò che le succede, eppure è così sensibile che, alla fine, capirà da sola.

Suo padre è molto coinvolto nella vicenda e non capisce Manuela, sua moglie, che invece si butta sul lavoro e sembra assolutamente insensibile e incurante della malattia della figlia.

Da persona che ha vissuto la stessa vicenda, sono rimasta impressionata dal modo in cui gli autori sono riusciti a rendere le emozioni e i sentimenti di tutti i personaggi che ruotano intorno alla storia di Elena, di Nicola, di Manuela e soprattutto del povero Andrea e dei suoi genitori.
Tutti comportamenti molto umani, sia quando i personaggi si dedicano con abnegazione alla cura e all’assistenza, sia quando, per propria inadeguatezza e paure ataviche irrisolte, assumono comportamenti non condivisibili coi più. Quella madre che fugge i drammi e si chiude in un mondo tutto suo, non è una madre che ama di meno, ha solo una gran paura di perdere la sua adorata bambina e questo emerge dalle parole non scritte. Tutte quelle parole si intuiscono alla fine e si riempiono di immensi significati.

Elena rinata grazie ad Andrea è una bimba nuova, matura, che capisce quanto la sua vita sia importante anche per i genitori di quel piccolo Angelo che tutte le sere li sfiorerà con una carezza.

Non ho ancora letto gli altri racconti, ma ci tenevo a raccontare le mie emozioni non solo di lettrice ma anche di donna che ha ricominciato a vivere grazie all’altruismo di un Angelo della porta accanto.

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Susanna Trossero. Il libro attraverso il suo sorriso

Dalla Gazzetta del Sulcis-Iglesiente del 19 marzo scorso, riporto l’articolo di Claudio Moica, che ringrazio di vero cuore.

Una giornata piovosa e umida quella di venerdì 6 marzo, l’ideale per la presentazione di un libro. Così è stato per l’ennesima serata letteraria organizzata dall’associazione Le città invisibili di Carbonia. Al Caribana Bar Giovanni Luigi Giabane, presidente dell’associazione, ha esplorato la scrittura di Susanna Trossero autrice del libro Lame e affini edito da Graphe.it Edizioni. Susanna Trossero è originaria di Carbonia, ma vive a Roma, e ha fatto della scrittura la sua principale occupazione. Ha pubblicato racconti, poesie, libri e sta lavorando ad un romanzo e ad altri progetti. È un’appassionata di racconti brevi.

Il pubblico, rapito dallo scrivere della Trossero, che ha delle forti contaminazioni poetiche, si è lasciato cullare dalle letture di Federico e Simona magicamente accompagnate dalla musica di Alessandro Spissu che con le sue dissonanze ha reso unica la serata.

“Scrivo per raggiungere la libertà totale, quella che ti fa vivere mille vite e situazioni, quella che supera le barriere dell’impossibile o dell’inaccettabile, perché grazie alla penna non esiste luogo o condizione in cui io possa sentirmi in terra straniera”.

si confessa la scrittrice che con il suo sorriso ha invitato gli astanti a commentare i suoi libri sul suo blog “… per non recidere il cordone che lega gli autori al suo pubblico e per cogliere da queste esperienza l’opportunità di scrivere altre storie”.

Molti i commenti del pubblico, alla fine della serata, che desiderosi di appuntamenti come questi si auspicano che gli sforzi degli organizzatori dell’evento vengano premiati anche dall’attenzione degli Amministratori locali sempre più impegnati ad eludere le vere aspettative dei loro cittadini. La Trossero ha chiosato il suo intervento dicendo:

“Mi sono sentita tra amici, anche se non vi conosco tutti: emozioni molto difficili da vivere nelle presentazioni che faccio nelle grandi città. Bisognerebbe rivalutare le periferie e valorizzarle attraverso eventi di questo genere”.

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Lame e affini è un libro che va letto e riletto

Un amico, Alessandro, mi ha scritto a proposito di Lame & affini. Grazie di vero cuore, Alessandro!

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Domenica, prologo. Lame & Affini, epilogo. Complimenti, Susanna!

Scavare nell’animo umano porterà te sempre più in alto e i tuoi estimatori ad esser sempre più in attesa del prossimo libro.

Che talento nel raccontare di noi, dei precipizi dove spesso ci troviamo, sempre in precario equilibrio! Sia che in fondo ad aspettarci ci siano un oceano o una pozzanghera.

È impagabile godere della tua capacità di raccontare gli odori, la polvere, il decadente che avanza, l’unto e il consunto.

L’atmosfera è sinistra, ma anche così tremendamente normale. Per alcuni sarà persino rassicurante.

Perché la chiave di lettura è in ognuno di noi. E la tua forza narrativa sta nel consentire al lettore di usare la propria, di riconoscersi nei personaggi, di sentirsi addosso quei luoghi. Di portarlo a credere, fosse anche solo per un istante, che ha l’acqua alla gola.

Irrimediabilmente coinvolto.

Io, riposto il libro, ho dovuto guardarmi intorno e sperare che il mio piccolo mondo, pur con le sue poche certezze, non fosse cambiato.

O avrei voluto cambiasse?

Leggerò il libro una seconda volta.

Lame & affini può fare anche questo.

Alessandro Spissu
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Le vie meno battute dell’amore. Lame e affini di Susanna Trossero

Lame & affiniL’amore e le sue vie meno percorse sono il costante sfondo degli otto racconti contenuti in Lame e affini, ultima opera di Susanna Trossero. Contrariamente a quanto si possa ipotizzare frettolosamente, il titolo non allude a chissà quali pratiche erotiche, ma a un meccanismo più sottile, una serie di lame che riescono a sminuzzare o a levigare gli animi innamorati, ledendo o adattando lo spirito alla situazione. Sempre, l’amore – o un suo spettro – innesca una serie di trasformazioni, più o meno evidenti.

Per darvene un semplice assaggio, vi riassumerò brevemente (e senza svelare troppo della trama) i primi racconti. Si inizia con lo sconvolgente Angeli metropolitani, in cui un narratore maschile racconta in prima persona un incontro fatale con una bibliotecaria: avvenente e affascinante, sembra incarnare il prototipo della donna perfetta, a proprio agio in una bellezza non esibita, ma quiescente sotto vestiti comuni. Mai il lettore s’aspetterebbe la scoperta che turberà e sorprenderà il protagonista, dietro una porta chiusa con evidenti fremiti d’attesa.

Più tradizionale è il secondo racconto, Oliviero, dove una narratrice in prima persona analizza quel drammatico “do ut des” che domina l’amore mercificato. Tuttavia, un incontro inaspettato – con Oliviero, appunto – sembra incrinare l’apatia con cui la donna calcola ogni dettaglio delle sue relazioni ad alto prezzo. Le sicurezze personali vacillano, o almeno sembrano vacillare.

Di grande intensità, Senilità è un testo composito, costituito da una prima pagina di diario che un’anziana dedica al compagno, e da una narrazione finale da parte di una amica dell’ospizio. Senza mai incorrere nel rischio del patetico, si delinea qui con grande delicatezza il percorso di due anime che hanno fatto del sesso l’apoteosi del loro amore, così vero.

Ancora molto si potrebbe dire sui cinque restanti racconti, ma credo che uno su tutti dimostri la scioltezza della penna disinibita e delle emozioni di Susanna Trossero: l’ultimo, intitolato Anime gemelle, riprende uno dei temi della letteratura classica, ovvero l’incesto. Una relazione torbida agli occhi della gente, pura per i protagonisti, unisce due gemelli precocemente separati. Anche qui, l’autrice osserva con imparzialità, lascia che siano i suoi personaggi a prendere voce, senza intromettersi con giudizi da benpensante. Al contrario, sembra accompagnare i suoi stessi personaggi con una curiosità sana, nonostante il tema forte di alcuni racconti; e pazienta, fino alla fine, con lo stesso stile chiaro che già avevamo incontrato nel precedente Nella tana dell’orco e altre storie. Dunque, una prova che dimostra senza dubbio la versatilità senza limiti di Susanna Trossero.

Gloria Ghioni in Critica Letteraria

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