Susanna Trossero

scrittrice

Lo scrapbooking: diario evoluto

on 30 Novembre 2021

Susanna, classe 1961: non so bene che sia successo dopo, ma posso dire senza pericolo di smentita che per quelli della mia generazione scrivere un diario rappresentava un fatto naturale. Ce li regalavano per compleanni e comunioni fin da ragazzine, avevano la chiave e il lucchetto per evitare intromissioni sgradite, e ci riversavamo sogni, malumori, pensieri, confidenze intime, primi batticuori. Poi si arrivava alle superiori, e il diario era una semplice agenda o magari un quaderno in cui appiccicare anche foto, immagini ritagliate, frasi delle amiche, disegni, aforismi, poesie, addirittura simboli che stavano a significare qualcosa che nessun altro avrebbe potuto decifrare se non aiutato dall’autore stesso.

Si è persa nel tempo, questa “pratica”? Ci insegnava a scrivere, a scandagliare le emozioni e portarle alla luce, a trovare la parola giusta per ogni riflessione. Terapeutica, educativa, questo tipo di scrittura ci insegnava anche a vivere e rapportarci con gli altri, perché se affronti il tuo intimo riesci non solo a conoscerti davvero ma a capire gli altri, a provare interesse o empatia, ne sono certa.

Oggi ho letto un articolo che parla di “scrapbooking”: diari, agende “evolute” le chiamano, taccuini in cui “fissare” i ricordi. Si legge di impaginazione, di strumenti necessari (colla, forbici, un taccuino dalle pagine spesse, pennarelli), e perfino di washi tape, fondamentale per un vero “scraper”, uno speciale adesivo inventato in Giappone che si attacca ma facilmente si stacca e che esiste in tante dimensioni e decorazioni.

Pensate che sono nati degli store on line che offrono parecchie cose necessarie a questa… “nuova moda”? E attenzione alle regole: curare la grafia, incollare al massimo due immagini per pagina assemblando il tutto con arte. Su youtube si trova addirittura un corso gratuito che insegna le basi dello scrapbooking (SweetBioDesign).

Sono ancora Susanna, classe 1961: mi fa piacere che si stia rilanciando la “pratica” dell’imprimere ricordi, pensieri e riflessioni sulla carta: era ora che accadesse e spero saranno in molti a sentire la voglia di farlo. Ma sorrido di regole e di nuovi modi per definire o ampliare il concetto di diario. Perché la voglia di esprimersi, raccontarsi, imprimere mediante immagini-frasi-ritagli un ricordo sulla carta, non necessita di regole o corsi – non me ne vogliate, vi prego – ma semplicemente di bisogno interiore, piacere, slancio, ingredienti del tutto naturali.

E, credetemi, ogni pagina di diario – taccuino – anonimo quaderno, seppur senza la giusta impaginazione o l’eleganza di un segno grafico, rappresenta comunque un’opera d’arte: è la vita che emerge, l’emozione che smette di nascondersi, la scrittura che vince.


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