A chi non conosce il rapimento, a chi lo teme, a chi lo evita e per questo vive a metà…
“Pensate che sia un turbamento da poco, per una persona completamente in sé, sentirsi rapire l’anima, e anche il corpo, come capita ad alcune, senza sapere dove vada o chi la rapisce o per quale motivo?” (Teresa d’Avila, Il castello interiore)
Perché la vita è un viaggio in cui abbeverarsi sperando in acque limpide e incontrando quelle torbide, accettando oasi di fresche sorgenti e paludi fangose che si alternano… Un viaggio da compiere spesso ubriachi di sensazioni e mai annientati dal tedio, sebbene la stanchezza sia naturale difesa al “troppo”. Ma che differenza c’è mai tra la stanchezza e il tedio?
Forse, con la stanchezza, desideri il tedio. Ma con il tedio non desideri più. E allora è meglio l’adrenalina dell’indolenza? Il rischio, il mettersi in gioco, o la tranquillità del non-vissuto da rimpiangere?
Yo no he leído ” El Castillo Interior ” de
Teresa d ‘ Avila, y quizás no pueda dar un concepto certero sobre el tema, pero si puedo decir que si hay un lugar para el cansancio, pero es milimétrico y el tedio queda totalmente aniquilado,no tiene lugar si nuestras vidas son sentidas como un viaje de aventuras al igual que lo hace un niño explorador al armar su mochila de acampante.Yo creo que solo hay una forma posible de vivir y es sintiéndolo todo ,pudiendo pasar por todas las sensaciones que sean posibles pero de manera genuina,ilimitada, y quizás hasta absoluta ,sin olvidar la lucidez y la alucinación,con furia y con paz, distraídos y atentos,con gritos y silencios,vivos y muertos; mirando hacia afuera sin olvidarse de hacerlo primero hacia adentro. Yo quiero hacerlo todo ……pero ¿ será suficiente ?…..,no lo sé. Quizás pueda ser mejor si logramos sentir ésta viaje de aventuras entre luces y sombras,con calor sofocante y con un frío petrificante,en la pradera o en el desierto,haciendo lo que está bien y lo que no lo es tanto,creyendo o no en un Dios o en varios,escuchando algo o ignorándolo todo….¿ quién lo sabe?… De lo que no tengo duda alguna es de lo que nunca voy a olvidar de hacer en éste viaje transitivo …,sentir la lluvia en el corazón,ver como un gusano se transforma en mariposa,jugar a encontrar la estrella más lejana,buscar rostros ocultos en la luna ,dibujos en las nubes,escuchar las voces de los vientos y el nunca saber hasta donde puedo ser capaz de llegar……
Bentornata Gra! Con il tuo contributo ci dici che se c’è uno
spazio per la fatica e la noia
si è totalmente annientati, perché quello spazio non c’è se le nostre vite
sono vissute come un viaggio avventuroso
compiuto da un boy scout munito di zaino sulle spalle. .E ci dici che c’è un solo modo possibile di vivere e sentire tutto: “attraversando sentimenti
e situazioni illimitate, da vivere con furia e pace, distratti e attenti,
con grida e silenzi, vivi e morti,
tra luce e ombra, con il calore soffocante
e un freddo pietrificante,
sulla prateria o nel deserto, facendo ciò che è giusto e ciò che non lo è, che si creda o no in un solo Dio o in molti, ascoltando qualcosa o ignorando tutto
…. chi lo sa? …
“
Hai ragione Gra, e non
ha bisogno di commenti neppure la conclusione del tuo pensiero:
“sentire la pioggia nel
tuo cuore, guardare come da un verme nasce una farfalla, cercare per gioco la
stella più lontana o i volti
nascosti nella luna, le immagini nelle
nuvole, ascoltare le voci del
vento, senza sapere fino a dove sono in grado di arrivare….