Susanna Trossero

scrittrice

Salotti letterari al profumo di biscotti

on 30 Gennaio 2015

Un castello

Se il mio blog potesse parlare, racconterebbe con disappunto di quanto io lo stia trascurando, e ne avrebbe tutte le ragioni, sebbene io tenterei di farmi perdonare cercando la scusa giusta per giustificare l’assenza.

In realtà si tratta di una varietà di idee e progetti da portare avanti, mescolati tra loro senz’ordine, alcuni abortiti sul nascere, altri appena abbozzati: un po’ di confusione frammista a pigrizia mentale, ma anche qualche impegno che mi ha entusiasmata distogliendomi dagli appuntamenti fissi.

Per esempio, ho appena terminato uno dei miei laboratori di scrittura narrativa che mi ha permesso di familiarizzare con i miei alunni e con il loro talento nascosto, cosa questa che mi dà sempre una grande emozione. Chi ama davvero la scrittura, ama anche chi coltiva la stessa passione e si preoccupa di curarne i dettagli; inoltre ogni incontro rappresenta un arricchimento, variabili che modificano il quotidiano e che possono condurre verso tante altre cose. I miei alunni hanno proposto di creare un salotto letterario, una deliziosa usanza nata nell’antica Grecia e proseguita poi nel Medioevo e nel Rinascimento. Certo un tempo erano i nobili a riunirsi per parlare di letteratura, e il luogo ideale erano i castelli e le ville degli intellettuali, i monasteri addirittura… Noti, in altra epoca, sono i salotti francesi, ma noi – in epoca moderna – siamo superiori alla nobiltà e meno snob, e non vediamo l’ora di condividere la magia della parola scritta, le frasi illuminanti dei nostri autori preferiti, o la lettura a voce alta dei nostri raccontini, lasciando che ognuno dei presenti “abiti” nelle storie dell’altro, traendone il piacere sottile che la letteratura è in grado di elargire a piene mani.

Se poi fuori pioverà, e ci faranno compagnia dei buoni biscottini, beh, avremo raggiunto la perfezione!

Nel frattempo, sta sorgendo in me un romanzo ancora appena abbozzato nella mente: nessun appunto, niente di chiaro, forse solo un’idea che mi sta accompagnando da giorni, non ancora prepotente. Con discrezione, si è affacciata in me e lentamente fornisce via via qualche elemento, senza ancora spingermi ad aprire un nuovo quaderno. Ebbene sì, non un file, un quaderno… Di quelli immacolati, dalla copertina rigida, profumati di carta da “sporcare” con l’inchiostro di una penna a me cara. È così che di solito iniziano le mie storie, per trasferirsi poi al pc quando vengo invasa da pagine e pagine che necessitano d’essere scritte, e per questioni di praticità non possono più riversarsi sulla carta. Adoro cominciare una nuova storia quando fuori l’inverno incalza e il cielo è cupo, sebbene ogni stagione sia ideale a suo modo per lasciarsi andare all’immaginazione.

Buona scrittura a tutti voi e ricordatevi che

“Leggere è sognare par mano altrui” (Fernando Pessoa)


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