Susanna Trossero

scrittrice

Una nota traditrice

on 14 Gennaio 2016

Una nota traditrice

Poche strofe, le giuste note, ritmo, parole, una manciata di niente dal ritornello orecchiabile. Un lavoretto riuscito. Pulito.
Il lavoro sporco è la mente a compierlo, in quella malevola elaborazione dovuta alla memoria: una frase scatena il ricordo, le note fanno il resto, tutto il peggio si compie.

Da luoghi oscuri ritorna una giornata di sole, il profumo della gioventù – quella vera, quella stupida, che rende immortali – i capelli pettinati dal vento, visetti come porcellane preziose, voci, risate, ore ricche di un piacevole ozio. E di canzoni. Sì, canzoni.

Inconsapevole del loro valore, le canti alla vita incurante del futuro e senza alcun passato, mentre ciò che conosci di te è soltanto la punta dell’iceberg. Ci sarà tempo per saperne di più, che adesso sia luce, assenza di peso, batticuore a tener svegli la notte, gatti in amore e sorrisi impacciati. Domani dov’è? Lontano e chissà quando arriva.

Domani è la memoria. La memoria che tradisce e ti fa tradire aiutata da acuti e rime. La vecchia canzone che calpesta il prato curato, mettendo al mondo una nuova nostalgia data da improvvise visioni d’insieme: tutto passa in fretta, lasciando scie di incompiuto alle spalle.

E allora, che le vecchie canzoni siano sepolte, abolite, punite.


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