Susanna Trossero

scrittrice

ArgoDiario, pagina 10

on 7 Giugno 2023

Il mattino di lunedì 24 aprile appare soleggiato e soleggiato è il mio cuore: Lino Fioretto, direttore della Graphe.it ma anche docente di lingua italiane traduzione dal russo all’Università per Stranieri di Perugia, scrittore e poeta, mi ha coinvolta tanti anni fa nel suo amore per Fernando Pessoa ed oggi lo affiancherò nella sua Lectio Magistralis sul grande autore, dal titolo “E lo splendor delle Mappe. Cammino astratto all’immaginazione concreta”, al Teatro Electra di Iglesias.

Un abbraccio mattutino tra tutti noi e si comincia con la colazione d’autore: Mirko Cogotti, isolano ma parigino di adozione, e il suo romanzo d’esordio “Mezzo giro di velluto” (Edizioni Effetto). Un viaggio alla ricerca dell’identità di cui Mirko racconta anche nelle sue interviste l’origine dell’idea:

“L’idea del romanzo mi è venuta mentre mi trovavo in fila dal medico, e leggevo un articolo la cui autrice notava che nel proprio paese d’origine ci fossero ben sei estetiste e nessuna libreria. Intrigato, mi sono domandato cosa mai sarebbe accaduto se all’interno di una piccola comunità qualcuno avesse aperto una libreria. E da lì è nato l’incipit del romanzo.”

Il tempo vola, si va in teatro ed io sistemo sul leggio le poesie che leggerò durante la Lectio di cui vi avevo parlato ancor prima della fiera (Sognare con Fernando Pessoa | Susanna Trossero ). Lino comincia a parlare e ascoltarlo è superare le nostre barriere difensive per ascoltar meglio anche noi stessi… Un approfondimento su Fernando Pessoa e sul suo pensiero più vero che ci riporta a ciò che siamo tutti, alle nostre maschere, a ciò che dietro di esse nascondiamo (non senza fatica) fino a farci perdere di vista chi siamo realmente.

Salire sul palco ad offrire i bellissimi versi al pubblico mi emoziona e coinvolge…

“Sarò sempre quello che ha atteso che gli aprissero la porta davanti a una parete senza porta”…

oppure “Sarò sempre quello che non è nato per questo”…

Quante volte lo abbiamo pensato? E quante abbiamo atteso che ci aprissero un varco là dove il varco non poteva essere aperto?

Giornata coinvolgente che si avvia verso l’ora di pranzo con il terzo e ultimo spettacolo di Alosha, “Anime migranti”, il cui titolo non ha bisogno di spiegazioni. Ma vorrei raccontarvi della commozione che ci ha avvolti quando lui – a conclusione – ci ha esortato ad abbracciare il nostro vicino di posto, chiunque fosse, amico o sconosciuto… Ne ho colto l’importanza e così tutti noi del pubblico: è quella di non dimenticare la fratellanza che abbiamo intorno, quella che così bene faceva dire a Martin Luther King “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli”.

Una mattina ricca che riccamente si conclude a tavola, ma prima ancora – all’aperitivo – conosco meglio Fabio Stassi e sua moglie Francesca, che Antonella Serrenti, Marina Leonori ed io abbiamo apprezzato tantissimo. E tanto abbiamo apprezzato anche un’altra Francesca, moglie del giornalista Stefano Lamorgese. Spero di rivedere tutti, un giorno, e non lo dico tanto per dire.

La Fiera è sì un contenitore di eventi, ma anche possibilità di incontro, una delle più grandi, profonde e ricche consolazioni della vita.


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