“Che cos’è una famiglia? Un luogo inventato dalla natura per indurre a procreare e proseguire la specie? O un porto sicuro dove unire sogni, bisogni e aspirazioni di due anime distinte? Un luogo in cui divenire veramente “noi” e smettere di essere due entità separate che si incontrano ad orari stabiliti?
Cominciammo a chiedercelo. Cominciammo a chiederci chi mai fossimo, e che ci aspettassimo da questo “noi” che pensavamo di aver creato.
Che cos’è un figlio? Qualcuno che dovrà compiere tutto ciò che i genitori non sono riusciti a portare a termine? Uno scopo necessario, un completamento individuale, o il mastice di una vera unione? Esiste la coppia senza un figlio? E ancora, sopravvive la coppia ad un figlio che ne distrugge ogni intimità?
Tante erano le domande che ci ponevamo dopo pochi anni, mentre a confonderci giungevano le confidenze a bassa voce di comuni amici… Nella segretezza delle loro case strisciava subdolo il dubbio per quella discutibile nuova identità che tutto aveva già paralizzato: il gioco, il desiderio, le affinità e i progetti.
Se non è indolore diventare genitori, quanto è doloroso il non diventarlo? E chiedendoci quale delle due realtà potesse dividerci, non ci rendemmo conto della divisione a cui già stavamo dando vita.
I tuoi quadri divenivano assenza di colore e cupe macchie intraducibili quanto i tuoi silenzi. Ed io, lo ammetto, ripensavo alle vecchie emozioni di un tempo desiderando dell’altro un po’ più in là, oltre la porta di casa.”
Da Adele di Susanna Trossero e Francesco Tassiello, Graphe.it edizioni
Ciao Susanna, seguo con piacere il tuo successo ricco di entusiasmo, che fa vibrare di “emozione” anche la mia penna, purtroppo a riposo in un cassetto della mia scrivania. Ci vediamo a Roma.
Tiziana
Mia cara, la tua penna non può e non deve stare a riposo, sarebbe un peccato! Spero di rivederti presto per dirtelo di persona e allora non avrai scampo: aprirai quel cassetto! è una promessa, e sai quanto so essere convincente.