Susanna Trossero

scrittrice

Restare perché…

on 18 Dicembre 2023

Restare perché… se lo domanda Annamaria, una delle protagoniste del mio “Il male d’amore” (Graphe.it, in uscita a gennaio), ricordandoci che ci sono anche storie che pur essendo finite non finiscono mai.

Se vorrete leggere questo saggio, contenitore di storie, aneddoti, curiosità, e tanta magica letteratura, dovrete mettere da parte le logiche razionali e sospendere il giudizio, perché i sentimenti sono fatti anche di vulnerabilità, timori, insicurezze, abitudini, e, nel caso di Annamaria, “degli altri”.

«Aspetta, dice quella voce, aspetta, vedrai che tutto cambia. O magari ti ci adatti e passa. E allora resti, ma restando affondi», ci spiega esternando la sua voce interiore.

Siamo tutti bravi, col senno di poi, o lo siamo quando osserviamo le situazioni altrui concedendo la nostra spalla ma in fondo senza una vera comprensione. Ecco, questo libro si fa esattamente portavoce di qualcosa di prezioso che dovremmo tutti mantenere intatto in noi: il dono della comprensione.

Perché il male d’amore non è poi così assurdo ed è parte integrante dell’essere umano da sempre: pensate all’intensità e passione delle storie raccontate fin dall’antichità da poeti, scrittori e filosofi che hanno lasciato il segno con romanzi, aforismi, citazioni tali da far giungere fino a noi la certezza che non ci si può sottrarre davvero alle emozioni contrastanti, alle scelte discutibili, alla mancata razionalità.

L’inclinazione alle contraddizioni, sta nella natura umana e possiamo anche contrastarla perché dotati di forza e determinazione, ma non raccontiamoci che almeno una volta nella vita non ci ha parlato, confuso, insinuato dubbi o fatto vacillare certezze.

I conflitti interiori, il braccio di ferro tra cuore e ragione, sono temi che ho già affrontato nei miei libri e chi mi segue lo sa bene… Portavoce del mio “Lame e affini” (Graphe.it) per esempio, fu la frase “Perché, che ci piaccia o no, la ragione ci guida sempre un attimo in ritardo”. E la dedica, all’interno del libro, diceva: A tutti coloro che seguono le bizzarre strade della percezione dimenticando quelle della ragione”

Ebbene, ci tengo a dirvi però che ne “Il male d’amore”, a dispetto della sofferenza che taluni definiscono tempo perso, di ragione invece ve n’è ancora a ben guardare, perché in tempi come questi gli stessi protagonisti vittime dell’irrazionale, non dimenticano il rispetto per l’oggetto del loro amore, messaggio importante per tutti noi.


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