Susanna Trossero

scrittrice

Soffrire per amore è fuori moda?

on 10 Aprile 2021

Secondo voi, i dolori e le pene d’amore descritti nei romanzi dell’800, sono ridicoli? Ci siamo affrancati da tali sofferenze?

“Cadevano” malati, svenivano per via dell’intensità di una emozione, si uccidevano o si affliggevano per interminabili notti e giorni… Erano davvero così diversi da noi, i protagonisti di quei romanzi?

Mi sto dedicando da tempo alla lettura o rilettura dei classici, e nella maggior parte dei casi incontro pene d’amore che non sento poi così estranee al 2021. Forse sono descritte in modo più coraggioso, un coraggio che oggi non si ha nel timore di apparire troppo ridicoli, ammettiamolo.

Mi piace pensare che il progresso non intacca la forza dei sentimenti: soffrire per amore non mi appare ridicolo ma umano, e se perdessimo questa umanità non saremmo più forti bensì più spenti. Il divampare di una passione, il senso della perdita, la mutilazione di un’assenza, la paura della solitudine o del tradimento, la ferita dei non amati o il patimento di un amore non corrisposto, sono emozioni che non passano di moda né appartengono a un tempo o a un paese. Sono parte dell’umanità, siamo noi, e il giovane Werther di Goethe che si nasconde in tutti implora di lasciargli quel poco spazio necessario a non vergognarci delle nostre debolezze. Perché…

“La fragilità del cristallo non è una debolezza ma una raffinatezza”. (Emile Hirsch)


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